I giovani e le scienze
Questa attività di approfondimento promuove le attività di ricerca, venendo incontro alle linee guida ministeriali sulla valorizzazione delle eccellenze.
Tipologia
Progetti area scientifica
Anno
Dal 2011-12
Descrizione
L’attività è suddivisa in diverse fasi. In una prima fase si costruisce il team di lavoro, permettendo agli studenti più motivati di proporsi per partecipare a tale progetto. La seconda fase consiste nello sviluppo di un’idea e nella ricerca di fonti, utili ad elaborare un possibile progetto. La fase centrale è quella di ricerca, in cui gli studenti concorrono a raggiungere gli obiettivi della ricerca in laboratorio, in orario extracurricolare. Ottenuti i risultati, la fase finale consiste nell’elaborazione dei dati e nella preparazione di un elaborato scritto a carattere scientifico da presentare alla selezione del concorso I giovani e le scienze, organizzata da FAST. Se l’attività scientifica risulta selezionata tra i progetti finalisti, deve infine essere presentata mediante l’ausilio di opportuni poster, brochure e video illustrativi durante l'evento conclusivo di tre giorni a Milano.
Di seguito sono descritti i progetti presentati dal 2011-12 ad oggi, a partire dal più recente.
I giovani e le scienze 2024
Titolo: PolySebac-BioMed
Studenti: Megan Pavlova, Alessia Solari (4CBM)
Docenti: Angelo Gulotta, Francesca Realini
Il progetto si propone di ridurre l’inquinamento da plastica, sostituendo i tradizionali materiali polimerici utilizzati nel settore biomedicale con biopolimeri ottenibili da fonti rinnovabili. L’acido sebacico ottenuto dalla pianta del ricino è il reagente comune per tutti i prodotti preparati. Tramite reazione di policondensazione con alcoli di possibile origine vegetale, quali il glicerolo e l’1,4-butandiolo, sono stati ottenuti e caratterizzati tre biopolimeri con differenti proprietà: il poliglicerolo sebacato (PGS) e il polibutilene sebacato (PBSe), di cui sono state ottimizzate le condizioni di sintesi, e un biopolimero con caratteristiche intermedie, il poli(butilene sebacato-glicerolo sebacato), PBSe-PGS. Valutati anche i relativi tempi di biocompostabilità, il fine ultimo è quello di poter impiegare questi materiali in campo biomedicale, con applicazioni versatili.
Premio: accreditamento a ESE-Expo Sciences Europe, Sarajevo (Bosnia), 14-20 luglio 2024
I giovani e le scienze 2024
Titolo: EcoFilterESC
Studenti: Massimo Gramegna, Claudia Poroli (4CBM)
Docenti: Angelo Gulotta, Paolo Ielmini, Francesco La Verde
Il risparmio e il riciclo dell’acqua sono una priorità nella società odierna. Per questo motivo gli studenti hanno condotto un’attività sperimentale volta al recupero di acqua potabile leggermente contaminata da usare poi al posto di acqua potabile pulita, laddove possibile. L’idea è nata pensando al notevole quantitativo di acqua potabile utilizzato nei bagni e nei laboratori didattici quale acqua di lavaggio della vetreria. I due giovani hanno ideato un semplice ed economico sistema di filtrazione sottovuoto che rimuove determinati inquinanti presenti comunemente nelle acque di scarico. Il letto filtrante multistrato contiene sabbia, gusci d’uovo calcinati e carbone attivo. Quest’ultimo è stato ottenuto da gusci di noce. Il letto filtrante quindi è costituito da materiale di scarto riutilizzato. Una possibile applicazione di questo sistema è l’installazione nei lavandini scolastici con riutilizzo delle acque filtrate per lo scarico dei wc.
Premio: accreditamento a IWRW 2024 – International Wildlife Research Week, Val Müstair (Svizzera), 15-22 giugno 2024
I giovani e le scienze 2023
Titolo: COPproject: ciclo ottimizzato della carta
Studenti: Ethan Mallamo, Joel Pellegrini (4CBM)
Docenti: Paolo Ielmini, Angelo Gulotta
Il progetto è stato sviluppato con l’obiettivo di ridurre sprechi e inquinamento, applicando i principi dell’economia circolare. Il lavoro si concentra su due rifiuti di diversa provenienza: carta assorbente usata nei laboratori didattici dell’istituto e scarti vegetali da piccole coltivazioni. COPproject prevede la possibilità di riutilizzare la carta assorbente dopo un lavaggio in acqua e la successiva essicazione. La carta non riutilizzabile dopo i processi di lavaggio e/o essicazione e mescolata con scarti vegetali viene trasformata in bioplastiche mediante trattamento con acido trifluoroacetico. La centrifugazione per separare l’eventuale residuo solido e l’evaporazione dell’eccesso di TFA determinano la formazione di un film di bioplastica, che può sostituire le plastiche derivanti dall’industria petrolchimica.
Premio: accreditamento a ESI MESSICO – Esposizione scientifica internazionale di MILSET (Messico), 21-27 ottobre 2023
I giovani e le scienze 2022
Titolo: Dal seme di ippocastano alla bioplastica
Docenti: Annarita De Meo, Angelo Gulotta
Questo progetto nasce dalla nostra curiosità per uno scarto vegetale che, ad eccezione di una parte di esso impiegata in ambito farmaceutico, non viene utilizzato dall'uomo in altro modo. Si tratta dei semi dell’ippocastano, un albero molto diffuso sul territorio italiano e che vediamo spesso come ornamento nel nostro verde urbano: in autunno i marciapiedi delle città si coprono di una grande quantità di ricci, che avvolgono i semi, che restano a terra inutilizzati. Essi risultano non commestibili per l’uomo e per la maggior parte degli animali a causa del loro contenuto di sostanze tossiche, come ad esempio le saponine. Il nostro progetto è partito dall’idea di sfruttare questi semi, o meglio l’amido in essi contenuto, per produrre plastiche biodegradabili, proponendo quindi un’alternativa all’amido proveniente da vegetali appositamente coltivati per tale scopo, come il mais.
Premio: accreditamento a 63° LIYSF, Forum Internazionale della Scienza della Gioventù di Londra presso l’Imperial College e la Royal Geographical Society
I giovani e le scienze 2019
Titolo: C-apture
Studenti: Alessandro Bani, Matteo Merletto (4CBM)
Docenti: Francesca Realini, Angelo Gulotta
Scopo del progetto C-apture è stata la sintesi ecosostenibile di carbone attivo prodotto a partire da scarti vegetali (pigne) in grado di rimuovere dalle acque e dal suolo inquinanti quali i metalli pesanti e gli idrocarburi, noti per il loro alto livello di tossicità per gli esseri viventi. L’anidride carbonica generata dalla combustione aerobica delle pigne non è stata emessa nell’ambiente come gas serra, bensì è stata fatta precipitare come carbonato di bario, sale particolarmente insolubile e quindi facilmente eliminabile per filtrazione. Il carbone è stato poi attivato con diverse sostanze, tra le quali l’acido fosforico, il cloruro di zinco e l’idrossido di potassio. Il carbone trattato con KOH ha dimostrato un’ottima capacità di rimuovere i metalli pesanti (piombo, cromo e nichel) presenti in soluzione acquosa (in media il 97% è stato adsorbito). Questo metodo è stato poi applicato in laboratorio per purificare le acque dei fanghi di un depuratore cittadino inquinato da metalli pesanti. Le capacità adsorbenti del nostro carbone sono state inoltre testate su soluzioni di idrocarburi e direttamente su un terreno campionato sul nostro territorio, inquinato dalle medesime sostanze. Inoltre, sono stati elaborati due sistemi per permettere il recupero del carbone dopo averlo messo a contatto con il suolo. In base alle proprietà emerse dalla nostra ricerca, proponiamo l’impiego del nostro carbone in filtri per impianti di depurazione delle acque o direttamente come ammendante nei terreni inquinati. Infine, il carbone ha dimostrato buone capacità di ritenzione idrica nel tempo anche a temperature relativamente elevate per gli ambienti naturali (35°C), proponendosi, così, come possibile riserva di acqua in zone aride.
Premio: accreditamento a GENIUS OLYMPIAD, Olimpiade sulle questioni ambientali globali, Oswego (New York-USA). Medaglia di Argento nella categoria scienze di GENIUS OLYMPIAD
I giovani e le scienze 2018
Titolo: GlifoCOBI
Studentessa: Tiziana Gagliardi (4CBM)
Docenti: Anna Chiesa, Angelo Gulotta
Il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo. Negli ultimi anni c’è stato un dibatto tra IARC e EFSA riguardo alla presunta cancerogenicità della sostanza. Inoltre è noto che il glifosato possa causare problemi agli occhi e sia tossico per la fauna acquatica. Questa sostanza può essere trovata in cibi quali pasta, pane e vegetali (prodotti agricoli e derivati dei cereali) provenienti da campi dove viene utilizzato questo erbicida. Purtroppo, però, i metodi di riconoscimento di questa sostanza sono lunghi, difficili e necessitano di strumentazione e reagenti costosi e difficilmente reperibili. Il progetto era quindi volto a trovare un nuovo metodo di analisi dell’erbicida, che fosse semplice, veloce ed economico. Sapendo che il glifosato è un chelante in grado di complessare il Cu, si è pensato di trovare un metodo di riconoscimento per il complesso Cu-glifosato, che ha un massimo assorbimento ad una lunghezza d’onda di 730 nm. Si è provato inizialmente a realizzare un’analisi spettrofotometrica e una conduttimetrica. Sebbene sia l’assorbanza che la conducibilità specifica del complesso mostrino linearità al variare della concentrazione, questi metodi non sono sufficientemente sensibili e riproducibili. Si è allora realizzata un’analisi in HPLC, aggiungendo alle soluzioni di Cu-glifosato Na2CO3 per precipitare il Cu libero in soluzione (il cui picco interferiva con il picco del complesso). In questo modo si è ottenuta un’ottima linearità tra le aree dei picchi e la concentrazione. Si è anche tentato di rimuovere il glifosato dall’acqua utilizzando scarti vegetali, metodo che, però, non ha avuto successo. Utilizzando invece un filo trimetallico di Fe-Zn-Cu si è ottenuta una rimozione del 17,5%.
Premio: accreditamento a ESE-Expo Science Europe", Gdynia (Polonia); riconoscimento da
I giovani e le scienze 2017
Titolo: Nanocatalizzatore d’argento
Studentessa: G
Docenti: Anna Chiesa, Angelo Gulotta
Le nanoparticelle sono sistemi aventi dimensioni inferiori a 100nm. Esse sono presenti in natura e oggigiorno anche sintetizzate dall’uomo e utilizzate in svariati campi quali la cosmetica, la medicina, l’elettronica, per dare origine ai nanomateriali. La peculiarità di questi materiali risiede nel fatto che la presenza in essi di nanoparticelle ne modifica le proprietà in modo significativo o ne fa acquisire di inaspettate, aprendo la possibilità a nuove applicazioni. Ciò è dovuto agli effetti quantistici della materia che, alle dimensioni nanometriche, acquistano importanza.
Premio: riconoscimento da ASM Materials Education Foundation
I giovani e le scienze 2016
Titolo: Foglie metalliche
Studenti: Anna Simonetto, Arianna Bini, Carlo Andrea Pagnacco (5CBM)
Docenti: Anna Chiesa, Angelo Gulotta
Una preoccupazione oggi diffusa nel mondo riguarda l'inquinamento ambientale causato dai metalli pesanti, derivanti da scarti di lavorazioni e dai rifiuti elettronici. E’ noto che i vegetali sono in grado di “pulire” il suolo dai metalli pesanti; questa capacità è stata attribuita alla sintesi di leganti tripeptidici da parte delle foglie per isolare metalli che disturbano il loro metabolismo. Questa proprietà può essere sfruttata per purificare le acque reflue dai metalli inquinanti e smaltirle più facilmente. Abbiamo anche utilizzato le foglie sulle schede elettroniche, nel tentativo di recuperare i metalli preziosi in esse contenuti e per poterle trattare causando minor impatto ambientale e minor pericolo per coloro che ci lavorano.Le foglie di Brassica Oleracea var. Italica (il “cavolo broccolo”, scelta determinata dalla stagione) sono state messe a macerare per un tempo determinato in una soluzione contenente Cu, Ni, Hg, Pb, Cd e Zn, successivamente sono state prelevate aliquote ed analizzate in A.A. Ne è risultato che queste matrici vegetali tendono a ridurre la concentrazione di metalli pesanti in soluzione, rivelandosi particolarmente efficaci nei confronti di piombo e mercurio. Si può utilizzare la stessa tecnica per rimuovere i metalli dalle schede RAM, mettendole a bagno in soluzione acquosa a contatto con le foglie, con risultati meno buoni, anche se una piccola quantità di oro è stata trovata all’interno della foglia. Purtroppo le foglie non sono selettive nel loro assorbimento e, insieme all’oro, vengono estratti anche Cu, Ni e Pb. Questo metodo, se ottimizzato, potrebbe fornire un’alternativa economica, sicura e a basso impatto ambientale per il recupero di metalli preziosi da rifiuti elettronici.
I giovani e le scienze 2015
Titolo: NanoVETRO
Studenti: Marino Burba, Michael Fortina (5CBM)
Docenti: Paolo Ielmini, Angelo Gulotta
Premio: accreditamento a 67a ISEF Fiera Internazionale della Scienza e dell’Ingegneria Phoenix (Arizona, Stati Uniti); ASM Materials Education Foundation
I giovani e le scienze 2014
Titolo: Arsenico in gabbia
Studenti: Federico Ferrari, Luca Isoletta, Domenico Pisana (5CH)
Docenti: Anna Chiesa, Angelo Gulotta
La presenza dell’arsenico nelle acque potabili rappresenta un problema di notevole importanza, sia in aree sviluppate sia in aree disagiate del pianeta, dove non vi sono risorse sufficienti per finanziare i metodi di rimozione già utilizzati da anni per la potabilizzazione dell’oro blu. La persistenza di tale inquinante nelle acque potabili produce effetti sulla salute non completamente noti al pubblico. Il nostro progetto si è posto come obiettivo la ricerca di un nuovo metodo per la rimozione dell’arsenico, basato su una tecnologia semplice e di facile applicazione. Il sistema da noi studiato si basa sulla rimozione dell’arsenico mediante l’utilizzo di una gabbia reticolare trimetallica, composta da rame, ferro e ferro zincato. Questa cella, una volta immersa nell’acqua contaminata, consente la precipitazione di tutto il contaminante in una forma combinata con lo zinco. Il precipitato, terminato il processo di deposizione, può essere facilmente rimosso per decantazione o filtrazione, processi già ampiamente utilizzati negli impianti di depurazione delle acque. Le analisi da noi effettuate, per acque con valori di arsenico che superano di 5 volte il limite massimo di legge (10 µg/L), hanno dimostrato come la gabbia riesca a rimuovere quasi tutto l’arsenico originariamente presente in soluzione dopo meno di 48 ore, senza generare contaminazione microbica e chimica. Infine, i grandi vantaggi che essa possiede consistono nel fatto che è di facile costruzione ed impiego, è costituita da materiali poco costosi e facilmente reperibili, può essere rigenerata e riutilizzata.
Premio: accreditamento a 18° SIWI premio internazionale dell’acqua Stoccolma (Svezia)
I giovani e le scienze 2013
Titolo: Dopo il caffè... tanta energia
Studenti: Riccardo Paroli, Fabio Schifano (5CH)
Docenti: Nadia Del Favero, Angelo Gulotta
Premio: accreditamento a
I giovani e le scienze 2012
Titolo: Fluoruri nelle acque potabili? Storia passata!
Studentesse: Arianna Broggi, Lara Nonis (5CH)
Docenti: Anna Chiesa, Angelo Gulotta
Premio: accreditamento a 16° SIWI premio internazionale dell’acqua Stoccolma (Svezia)
Stato
In corso
Inizio
2011-09-01
Fine
2024-08-31
Obiettivi
Questa attività di approfondimento, avviata nell’anno scolastico 2011-12 ed in corso tutt’oggi, ha lo scopo di educare gli studenti alla salvaguardia dell’ambiente, alle possibilità di sviluppo di nuovi materiali, alla riduzione degli sprechi e alla valorizzazione degli scarti in ottica di economia circolare, promuovendo attività di ricerca e venendo incontro alle linee guida ministeriali sulla valorizzazione delle eccellenze. Annualmente viene proposto agli studenti del corso di Chimica, Materiali e Biotecnologie (articolazione Chimica e Materiali) di sviluppare una ricerca innovativa da condurre con un team di studenti motivati nei laboratori di chimica dell’istituto in orario extrascolastico e i cui risultati vengono poi presentati al concorso I giovani e le scienze, che promuove e valorizza le competenze e le potenzialità scientifiche e tecnologiche dei ragazzi d’Italia, offrendo loro le più significative opportunità per confrontarsi, crescere e realizzarsi nella scienza e nelle sue applicazioni.
Luogo
Sede principale IIS Cobianchi
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Indirizzo
Piazza Martiri di Trarego, 8
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CAP
28923
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Orari
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 7:30 alle ore 18:00
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Email
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PEC
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Telefono
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