I giovani e le scienze 2022
Dal seme di ippocastano alla bioplastica
Ginevra Abbatescianna, Greta Bolis, Gabriele Gino
Docenti: Annarita De Meo, Angelo Gulotta
Questo progetto nasce dalla nostra curiosità per uno scarto vegetale che, ad eccezione di una parte di esso impiegata in ambito farmaceutico, non viene utilizzato dall'uomo in altro modo. Si tratta dei semi dell’ippocastano, un albero molto diffuso sul territorio italiano e che vediamo spesso come ornamento nel nostro verde urbano: in autunno i marciapiedi delle città si coprono di una grande quantità di ricci, che avvolgono i semi, che restano a terra inutilizzati. Essi risultano non commestibili per l’uomo e per la maggior parte degli animali a causa del loro contenuto di sostanze tossiche, come ad esempio le saponine. Il nostro progetto è partito dall’idea di sfruttare questi semi, o meglio l’amido in essi contenuto, per produrre plastiche biodegradabili, proponendo quindi un’alternativa all’amido proveniente da vegetali appositamente coltivati per tale scopo, come il mais.
Dopo aver separato dalla polpa dei semi dell’ippocastano alcune saponine come l’escina, per osmosi con acqua è stato estratto l’amido, che successivamente è stato caratterizzato mediante diverse tecniche di spettroscopia molecolare.
L’amido è stato, quindi, utilizzato per produrre bioplastica sulla quale sono state effettuate delle prove di biocompostabilità.
Inoltre, con lo scopo di recuperare la maggior parte di questo scarto vegetale, sono state eseguite anche delle prove sperimentali sulle bucce dei semi per valutare la possibilità di utilizzo delle stesse come biocombustibile.
PREMIO: 63° LIYSF, Forum Internazionale della Scienza della Gioventù di Londra presso l’Imperial College e la Royal Geographical Society